

La mia esperienza clinica mi ha fatto comprendere la natura e il significato di alcuni pensieri che sovrastano nella mente dei miei pazienti e non gli consentono una vita serena e armonica con se stessi e con gli altri.
Molti di questi pazienti infatti hanno un problema di natura ossessiva, sono impegnati costantemente a combattere con le loro ossessioni che possono avere tematiche differenti,
I pensieri ossessivi possono essere raggruppati in categorie e riguardano:
Leggendo questa lista probabilmente avete trovato qualcosa di familiare: questo non significa che siete ossessivi. In realtà ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto dei pensieri ossessivi del tipo:
– “potrei prendere questo coltello e far del male a…”
– “potrei dare un brusco colpo al volante e finire fuori strada…”
– “potrei gettarmi da questo balcone…”
– “potrei gettarmi sotto il treno oppure la metropolitana…”
Chi soffre di ossessioni patologiche non ha questo tipo di pensieri ogni tanto, ma ne è letteralmente “assediato”: queste persone si svegliano al mattino e subito si domandano “vediamo se per caso ho ancora quel pensiero”, e così via fino al momento di coricarsi la sera.
Per cui non è la presenza di un’ossessione che deve preoccuparvi, ma l’intensità e la frequenza con cui questi pensieri si presentano nella vostra mente.
Immaginatevi una scala di misura che va da quasi mai a sempre e provate a rispondere a queste domande:
Non è detto che se avete risposto “sempre” alla maggior parte di queste domande voi siate ossessivi, ma di certo sarebbe consigliabile un approfondimento specialistico: meglio togliersi ogni dubbio, no?
In generale possiamo affermare che le ossessioni diventano tali nel momento in cui la persona giudica inaccettabili questi pensieri. Nel precedente esempio, il paziente con un’elevata moralità giudicava inaccettabili alcuni pensieri durante la Messa: tutto ciò faceva aumentare la sua ansia, e di conseguenza l’intensità stessa dell’ossessione.
Possiamo riassumere il funzionamento di un’ossessione con il seguente schema:
Stimolo iniziale
↓
Formazione di un pensiero (o immagine) dello stimolo
↓
Se il pensiero è accettabile, non succede nulla
↓
Se il pensiero è inaccettabile arriva l’ansia
↓
Ansia: alterazione fisiologica (es. tachicardia)
↓
Alterazione fisiologica: riduzione della percezione di “controllo”
↓
Aumento dell’ansia, aumento dei pensieri intrusivi
↓
Aumento dei comportamenti di auto-controllo,
rassicurazione ed evitamento (compulsioni)
↓
Le compulsioni, dando un sollievo immediato,
confermano l’inaccettabilità del pensiero
(= “certi pensieri devono essere controllati”)
Attraverso questo circolo vizioso, la persona “impara” ad essere sempre più sensibile rispetto all’inaccettabilità di alcuni pensieri o immagini: di conseguenza la maggiore sensibilità fa sì che molti pensieri vengano sempre più giudicati come inaccettabili (quindi aumenta lafrequenza delle ossessioni, ovvero dei pensieri che abbiamo definito “inaccettabili”).
Più passa il tempo, più la persona giudica i propri pensieri inaccettabili, e quindi cerca in tutti i modi di controllarli attraverso rituali e compulsioni.
Per questo motivo, il disturbo ossessivo-compulsivo tende a peggiorare nel tempo se non curato in modo adeguato.
Contro queste tematiche ossessive propongo un duplice approccio strategico e relazionale che permette innanzitutto al paziente di capire che i pensieri non sono altro che il contrario di quello che rappresentano e dai quali non bisogna aver paura facendo leva sulle emozioni che li accompagnano (il paziente è in preda al mare agitato e deve restare fermo ad aspettare che l’onda venga avanti quello che deve fare è tenere il controllo della barca senza farla capovolgere), l’approccio relazionale è basato sulla situazione attuale che il paziente vive e nel sistema relazionale in cui è inserito, con l’approccio strategico si tende ad utilizzare soluzioni semplici per problemi complessi, prescrizioni paradossali che permettono di riprendere il controllo del proprio pensiero. Se anche tu soffri di questo tipo di disturbo e vuoi uscirne contattami per un appuntamento agli studi di Napoli o Portici.