Una donna che soffre di bulimia mangia in maniera vorace anche quando non ha fame. Dopo questo comportamento si sente colpevole e angosciata perché si rende conto del come e cosa ha mangiato e che il mangiare non è finalizzato più solo al nutrimento, ma nasconde qualcos’altro.
Dipendere dal mangiare rivela aspetti di personalità nascosti, una persona bulimica, per poter stare meglio, non ha bisogno di varie diete, ma ha principalmente bisogno di capire che cosa significano per lei questi incontrollabili impulsi a mangiare tanto.
Bisogna considerare per prima cosa il rapporto che si ha con il cibo, questo rapporto conflittuale che proprio non permette loro di vivere in modo sereno.
L’immagine di sé che cerca di dare una persona bulimica è l’immagine di una donna perfetta, donna in gamba a lavoro, perfetta moglie, figlia…che nasconde il desiderio di avere a tutti i costi consenso da parte degli altri. Questa voglia di essere accettati non permette alla donna bulimica di dire di no, quindi dirà sempre si al lavoro, si in famiglia e si durante un rapporto sessuale. Tutto questo per non perdere le persone care.
Sono molto attente a non perdere questo consenso da parte degli altri, il rischio è che queste donne pensano che se gli altri scoprono il loro atteggiamento nei confronti del cibo possono cambiare il giudizio che hanno su di loro e quindi allontanarsi.
Sono dipendenti dal cibo ma allo stesso modo sono dipendenti dall’esterno, dal partner ad esempio.
Il giudizio di sé è molto negativo e quindi va ricercata l’ approvazione generale dall’esterno.
Questo tipo di comportamento, mangiare tanto per poi vomitare tutto, è tipico di chi ha bisogno di avere tutto sotto controllo, la situazione ritorna a quella iniziale, il vomito libera dal mangiare, e quindi dall’atto ingordo di cui non vanno fiere.
Le motivazioni per cui si sviluppano comportamenti bulimici possono essere tante, tra cui: l’influenza negativa da parte di componenti familiari e sociali, la sensazione di ricevere pressione da parte degli altri, di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica.
Potrebbero nascondersi molte situazioni di disagio, come bisogno di colmare un vuoto, identificato come fame, ma che in realtà non lo è. O placare l’ansia dando un momentaneo sollievo con il cibo.
È necessario un percorso psicoterapeutico per indagare sulle cause di questi comportamenti patologici, per capire cosa si cerca di nascondere.
Questo percorso potrebbe portare ad una a accettazione più profonda di sé, scoprendo altre vie di comportamento, senza ricorrere a regressioni orali.
Anche se è molto difficile, bisogna imparare a convivere con il vuoto interiore che tanto spaventa. La guarigione non è finalizzata solo al non mangiare più in modo forsennato, ma a modificare il comportamento nei confronti degli altri.
Per alcune persone, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare.
Di pari passi con un questo tipo di percorso è importante avere un supporto di un medico, poiché la malnutrizione può portare effetti negativi sul fisico.
Chi ha questo disturbo ne parla poco poiché si sente in difficoltà e prova molta vergogna. Provare imbarazzo e sentirsi inadeguati e diversi sono sensazioni normali, ma questo disturbo, se non trattato in tempi e con metodi adeguati, può diventare una condizione permanente e diventare sempre più grave.